In questa sezione riportiamo "l'angolo delle idee", ossia consigli/migliorie strumentali, create dai nostri soci, che possono essere una soluzione o un valido aiuto anche per altri.
AUTOCOSTRUZIONE DI UN FILTRO SOLARE
Personalmente ho verificato la strana predilezione verso questa pellicola da parte delle api (!!) abbondanti dalle mie parti per il gran numero di apicolture nelle vicinanze, e che, forse attirate dal luminoso Sole virtuale prodotto dal riflesso dell’alluminatura, amano zompettare sulla sua superficie causandovi irrimediabilmente minuscoli forellini.
Ho così deciso di
realizzare un buon supporto che rispondesse ai requisiti sopraccitati anche
e soprattutto per limitare le spese di sostituzione del filtro. Non so
francamente se in commercio esistano già supporti “scomponibili”
tuttavia lo spirito dell’autocostruttore impone la ricerca di soluzioni
economiche e facilmente realizzabili nell’angolo del fai da te di qualunque
buon astrofilo che ami realizzare in casa i propri accessori.
Allo scopo ho impiegato
la fibra MDF, ben nota agli autocostruttori per le sue doti di robustezza,
leggerezza, economicità e non ultimo facilità di lavorazione.
Si tratta di una pasta legnosa, non truciolare, pressata e composta a collante,
con discrete caratteristiche isotropiche (manca la vena ancora presente
nei multistrato) e un aspetto omogeneo, facilmente reperibile nei centri
bricolage. L’idea, non certo inedita o peculiare, consiste nel realizzare
un sandwich supporto-materiale filtrante-coperchio come già detto
scomponibile. Essendo tuttavia amante anche del design, ho pensato bene
di complicarmi la vita realizzandolo di forma tonda come la totalità
dei filtri presenti in commercio, rifinendolo meglio possibile.
Eseguita con un comune
compasso e un goniometro da disegno la tracciatura del profilo del taglio
su due lastre, nel mio caso di 10 e 0,5 mm di spessore rispettivamente
per il supporto vero e proprio e per il “coperchio”, ho proceduto alla
foratura. E’ naturalmente possibile tagliare le lastre al traforo e poi
rifinirle a carta vetrata sia seguendo il profilo tondo sia, più
semplicemente, di forma quadrata e limitandosi al taglio dell’imboccatura
tonda per il tubo del telescopio ma, per i motivi summenzionati, ho preferito
dotarmi di utensili appositi che mi sarebbero tornati utili in futuro per
altre realizzazioni.
Sono adatte allo scopo
sia le coppe da taglio sia le punte da taglio a compasso.
Le prime più economiche,
le seconde piuttosto costose ma ad apertura variabile che consentono di
avere in un solo utensile un’ampia gamma di diametri realizzabili; nel
caso specifico da 20 a 185 mm.
Unica accortezza per chi volesse dotarsi di questo secondo utensile: mentre le coppe da taglio possono efficacemente essere montate su un comune trapano, le punte a compasso devono necessariamente essere utilizzate su un trapano a colonna, anche di modeste dimensioni per lavori di bricolage, sia per questioni di sicurezza (è comunque piuttosto rischioso utilizzarle senza le necessarie precauzioni e senza un minimo di esperienza) sia perché il momento torcente imposto all’asse del trapano stesso potrebbe facilmente danneggiare il meccanismo di riduzione generalmente costituito da un rocchetto e un lungo elicoide, raramente montato su bronzine oscillanti.
Al termine del taglio si dovrà procedere alla rifinitura utilizzando raspe e carta vetrata per eliminare le eventuali imperfezioni e le bave ai bordi.
Per l’assemblaggio è sufficiente realizzare una serie di fori perimetrali, per esempio tre fori a 120°, passanti da parte a parte e poi chiudere il tutto con comuni bulloni (vite-dado e relative rondelle) oppure, come nel caso mostrato utilizzando dei filetti di ottone da montare a pressione nel disco di supporto. Si tratta di piccoli manicotti filettati utilizzati dai mobilieri per il montaggio di mobili e/o scaffalature e facilmente reperibili in ferramenta.
Le viti possono eventualmente essere sostituite da pomelli filettati maschio che eliminano la necessità di utilizzare un cacciavite per l’assemblaggio/disassemblaggio del sandwich.
Il disco di materiale
filtrante dovrà essere ricavato dal foglio tagliandolo con estrema
cautela, eventualmente chiudendolo in mezzo ad uno schermo di cartoncino
opportunamente sagomato che fungerà anche da “frizione” premendo
ulteriormente il filtro tra i due dischi ed evitando sia il suo accindentale
spostamento sia l’arricciamento.
Il filtro così realizzato
ci accompagnerà con bassi costi d’esercizio, garantendo la massima
performance per anni e anni a venire nel monitoraggio dell’attività
fotosferica che, come ben sanno i solaristi, richiede tempi lunghi e una
buona dose di costanza.
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Il costo complessivo del telaio così realizzato si aggira sui 15 € (fibra MDF, minuterie varie e ritaglio di materiale filtrante astrosolar) a cui dovrà essere eventualmente aggiunto il costo degli utensili: si va dai 3 € per la serie economica ai 15-20 € per la serie professionale (cadauna) se si opta per le coppe mentre si dovrà spendere almeno 40-45 € per un buon compasso da taglio di media robustezza con un range tra i 20 e i 200 mm circa.
Maurizio Locatelli
MUTINENSIS SOLAR STATION_Solignano di Castelvetro_MODENA